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domenica 1 aprile 2007

Il mondo nuovo


L'uomo moderno è staccato da se stesso, dai suoi simili, dalla natura.
E' stato trasformato in un oggetto, sente le sue forze vitali come un investimento che gli deve dare il massimo profitto ottenibile alle condizioni di mercato del momento. Le relazioni umane sono essenzialmente quelle degli automi, ognuno dei quali basa la propria sicurezza tenendosi vicino al gregge e non divergendo nel pensiero, nei sentimenti o nell'azione.

La nostra civiltà offre molti palliativi che aiutano la gente ad essere "coscientemente inconscia" di questa solitudine: primo fra tutti la stretta routine del lavoro meccanico, burocratico, che aiuta la gente a restare inconscia dei più fondamentali desideri umani, del desiderio di trascendenza e di unità. Finchè la routine da sola non ci riesce, l'uomo supera la propria inconsapevole disperazione mediante la routine dei divertimenti, della consumazione passiva dei suoni e delle immagini offerti dalla industria del divertimento.
Aldous Huxley descrive questa realtà nel libro intitolato : Il mondo nuovo, scritto nel 1932.

Sotto molti aspetti la società del Mondo Nuovo può essere considerata utopica e ideale: l'umanità è finalmente libera da preoccupazioni, sana, tecnologicamente avanzata, priva di povertà e guerra, permanentemente felice. L'ironia tuttavia è che questa condizione ideale è ottenuta sacrificando le cose che generalmente consideriamo importanti per l'essere umano: la famiglia, l'amore, la diversità culturale, l'arte, la religione, la letteratura e la filosofia. In questo senso la società del Mondo Nuovo è una "distopia", cioè un'utopia ironica o negativa.

Nel corso del romanzo, spesso i personaggi citano gli slogan imparati durante il condizionamento che hanno ricevuto, ne cito alcuni: "Mai rimandare a domani il divertimento che potete avere oggi", "tutti sono felici,al giorno d'oggi". È considerato normale essere molto mondani, avere una vita sessuale totalmente promiscua, allontanare i pensieri negativi con il soma, praticare sport ed essere, in genere, buoni consumatori .

La felicità odierna dell'uomo consiste nel "divertirsi". Divertirsi significa consumare e comprare cibi, bevande, sigarette, gente, libri, film, ecc. tutto è consumato, inghiottito. Il mondo è un grosso oggetto che suscita i nostri appettiti, una grossa mela, una grossa bottiglia, un grosso seno; noi siamo i consumatori, gli uomini in eterna attesa, gli speranzosi, e gli eterni delusi.
Altro dato interessante di questo libro riguarda un ulteriore analisi fatta dallo scrittore nel 1958, quasi 30 anni più tardi, che rivela come le catasrofiche previsioni immaginate nel descrivere questa società del futuro si stavano progressivamente avverando. Tutto ciò deve assolutamente far riflettere per quanto riguarda la realtà dei giorni nostri, vissuta quotidianamente da noi cittadini definiti civili.

Prefazione tratta da: "L'arte di amare" di Erich Fromm

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