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sabato 31 marzo 2007

Questa non è una pipa

Nel 1924 Andrè Breton pubblica il "Manifesto del Surrealismo" dove si spiegano le motivazioni e le dinamiche della corrente artistica che prende appunto il nome di: surrealismo.

Lo si definisce:"Automatismo psichico puro mediante il quale ci si propone di esprimere sia verbalmente, sia per iscritto o in altri modi, il funzionamento reale del pensiero; è il dettato del pensiero, con assenza di ogni controllo esercitato dalla ragione, al di là di ogni preoccupazione estetica e morale."

Per raggiungere questa libertà occorre lasciarsi guidare dall'inconscio, come accade nel sogno, quando le immagini si susseguono senza un legame apparente, rivelando la nostra realtà recondita, molte volte ignota a noi stessi.

Renè Magritte (Belgio 1898/1967) esponente del Surrealismo, nelle sue opere esprime pienamente tutto ciò che riguarda i meccanismi riguardanti l'inconscio e spesso comunicando un senso d'inquietudine, come quando un enigma resta irrisolto.







Non è quindi riconducibile ad una pipa reale, ma bensì alla sua rappresentazione. Magritte con un pizzico d'ironia disse che quella pipa non si poteva riempire, quindi sarebbe stato assurdo definirla per l'appunto una pipa.

Le parole, al pari dell'immagini, operano una frattura tra la natura linguistica e le cose a cui rimandano. La parola scritta, per esempio, "la Senna" ci trasferisce a Parigi, con il pensiero, ma questo "trasferimento" non è reale: è astratto. Anche in questo caso, dunque, si può parlare di una certa impotenza delle parole nei confronti delle cose, ma solo a condizione di scoprirvi nello stesso tempo un potere inaudito, una capacità d'infedeltà del tutto straordinaria. Le parole sono capaci di dichiarazioni menzognere come "sono sulla luna". E' questo il potere poetico proprio del linguaggio che evidentemente ha trattenuto e catturato lo sguardo di Magritte.


In un racconto di Peter Bichsel un uomo scambia volutamente l'attribuzione delle parole ai loro oggetti o azioni: chiama il tavolo sedia, il letto tavolo, andare significa dormire e così via.
Si costruisce una propria lingua capovolgendo l'ordine vincolante esistente. Allo stesso modo si potrebbe considerare la combinazione di oggetti e concetti di Magritte come una infiltrazione dell'ordine esistente, che forse può e deve stimolare delle associazioni del tutto inaspettate.

Brevi citazioni di Renè Magritte:

  1. Uno studioso al microscopio vede molto più di noi. Ma c'è un momento, un punto, in cui anch'egli deve fermarsi. Ebbene, è a quel punto che per me comincia la poesia.
  2. Ciò che bisogna dipingere è dato dall'ispirazione, che è l'evento in cui il pensiero è la somiglianza stessa.

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