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sabato 10 febbraio 2007

L'evoluzione di una bottiglia

La nostra storia inizia a Parigi con Picasso e finisce a New York con Andy Warhol. Nel 1907 Picasso sta sperimentando qualcosa di veramente nuovo. Inizia a dipingere alcuni oggetti, apparentemente insignificanti ,quali fruttiere, bottiglie e violini come mai si era visto prima. Queste semplici cose, scelte quasi con noncuranza fra tante, diventono i soggetti preferiti da Picasso e dai pittori cubisti che le rompono in mille pezzi.
Secondo il cubismo lo scopo dell'artista è scomporre l'oggetto in più parti per dare l'idea della simultaneità di vedute possibili. La nostra bottiglia diventa così una pluridimensionale bottiglia cubista.

Intorno al 1916 Marcel Duchamp, si interessa di oggetti quotidiani, ma con un diverso intento da Picasso.
Duchamp appartiene al movimento artistico dada che ironizza su tutto quello che veniva comunemente ritenuto bello, colto e importante per la maggior parte della gente.
Egli espone a Parigi una ruota di bicicletta appogiata a uno sgabello e uno scolabottiglie trovato forse per strada.
La nostra bottiglia diventa allora una provocatoria opera ready-made.

Anni dopo in Belgio Renè Magritte si mette a sua volta a giocare con le bottiglie, accostando immagini di cose che tra loro non c'entrano niente. L'effetto è immediato: un oggetto familiare diventa improvvisamente inquietante, perde il significato conosciuto e diventa magico, surreale, al di sopra della realtà.

Artisti come Jasper Jhons e Robert Rauschenberg, affermano che la società dei consumi e la diffusione dei mass media hanno mitizzato cose e immagini della produzione industriale. Si sentono circondati da oggetti banali, ordinari, il cui valore sembra essere solo quello commerciale. Con Johns la bottiglia diventa una lattina di birra in bronzo dipinto, con tanto di marca a vista. Un oggetto freddo, quasi antipatico, industriale, che non merita più di tanto.

All'inizio degli anni 60, con l'avvento della Pop art, gli oggetti comuni, quelli da supermercato, diventano i protagonisti assoluti. Il movimento nasce in Inghilterra e subito dopo si diffonde negli usa dove trova il suo contesto ideale.
Alla bottiglia di Coca Cola non viene richiesto altro che di essere se stessa. Nessuna distorsione, nessun intervento: l'artista pop replica la realtà così com'è, ma la sua è una "creazione", è un artefatto. Andy Warhol propone lo stesso oggetto decine di volte denunciandone la carenza di significato. La nostra bottiglia diventa con lui una bottiglia POP di Coca cola.

Fonte: "Andy Warhol" casa editrice: Mazzotta

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