Dietro casa, ubicata nell'ultimo quartiere periferico della città, esistono fortunatamente dei campi, alcuni dei quali coltivati dai contadini... i pochi ancora rimasti.Passeggiando a piedi cercando di respirare un pò d'aria buona, la mia attenzione è stata immediatamente rubata da alcuni aironi fermi sulle proprie zampe, assorti nel guardare l'orizzonte. Sono splendidi! Alti, il corpo affusolato, il becco pungente e severo che sembra voglia mirare un punto all'infinito.
Questi incredibili volatili sono migratori, e di conseguenza grandi viaggiatori; ogni anno a scaglioni sostano nei campi dietro casa per un giorno e poi ripartono spiccando il volo e mostrando l'ampia apertura alare.
Un giorno soltanto, eretti e fermissimi attendono senza far nulla e senza chiedere nulla, ma sapendo con certezza la meta che dovranno raggiungere. Si riconosce nella loro postura un chè di affermativo, è come se capissero di essere gli unici animali a cui è stata donata la libertà e la visione del mondo intero.
Allora sono rimasta ad osservarli incantata, e un senso di immenso mi ha preso al cuore... anch'io avrei voluto spiccare il volo e non avere pensieri inutili da farmi perdere quota, ma bensì tenermi alta nel cielo ed essere un tutt'uno con la natura ed il pianeta intero.
Sorprende anche il magistrale senso dell'orientamento che possiedono, non è necessaria nessuna bussola o altro aggieggio, loro semplicemente ascoltano la natura e il mutare della stagioni. E noi? Quale rapporto abbiamo con la natura, oltre a sfruttarla e ad inquinarla?
Il pomeriggio si è alietato per merito di quegli aironi dalle piume forti e lunghe, presenti in quella distesa verde attorniata da grigie tangenziali e da un cielo umido. Allora ho chiuso gli occhi e gli ho sussurrato: Grazie, ho imparato a volare.
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