A quanto sembra, però, l’affetto che si nutre per la propria automobile non è profondo e costante, bensì è un innamoramento di durata piuttosto breve, tant’è che i proprietari la cambiano di frequente.
Analizziamo insieme i quattro fattori principali di questa tesi sull'auto vista sotto il profilo consumistico:
- Nel rapporto del proprietario verso la sua automobile c’è un elemento di personalizzazione: l’auto non costituisce un oggetto concreto cui il proprietario si è affezionato, bensì un simbolo di rango sociale, una dilatazione di potere, insomma, un sostegno dell’Io.
- Tra l’acquisto di un auto nuova ogni due anni anziché, diciamo, ogni sei, aumenta il brivido dell’acquisizione: l’atto con cui si fa propria la nuova automobile è una sorta di deflorazione: incrementa il proprio sentimento di dominio e più spesso ciò accade, più ci si sente euforici.
- Acquistare di frequente automobili equivale ad altrettante occasioni di “combinare un affare” cioè di realizzare un profitto mediante uno scambio.
- L’ultimo fattore consiste nel bisogno di provare nuovi stimoli, dal momento che quelli vecchi ben presto risultano vuoti e sfruttati.
Tratto dal libro: Avere o Essere? di Erich Fromm. (edito da Oscar saggi Mondadori)
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