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venerdì 20 marzo 2009

Rinvio a giudizio per il deputato Alfredo Messina



Il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, e l’ex dirigente Mediaset Alfredo Messina, attuale senatore Pdl, sono stati rinviati a giudizio accusati di “favoreggiamento reale”
dell’allora sondaggista di Silvio Berlusconi e inventore del “contratto con gli italiani” sventolato in tv dal piduista nel 2001, Luigi Crespi, che con altre 16 persone sarà processato per la bancarotta da 40 milioni di euro del suo gruppo Hdc. Un crac per il quale, oltre all’ex amministratore di Publitalia ‘80 Fulvio Pravadelli, saranno giudicati anche i finanziatori (Gianpiero Fiorani di Bpl e Enrico Fagioli di Efibanca) della travolgente crescita di Hdc: gruppo poi affondato, a detta di Crespi a causa del suo posizionamento nello scontro tra l’allora governatore di Bankitalia Fazio e il ministro Tremonti, quando “le banche chiusero i rubinetti”.

Sulla base anche delle intercettazioni tra Crespi, Deborah Bergamini (l’ex arcitolista di ufologia piazzata da Berlusconi a capo del marketing Rai) e Messina, Confalonieri e Messina sono imputati d’aver aiutato Crespi a nascondere al curatore fallimentare di Hdc l’esistenza del credito verso Mediaset originato dal fatto che anni prima era stata Hdc a tacitare, nell’interesse di Mediaset, il contenzioso sollevato da Antenna 3 per il fatto che Mediaset l’avesse penalizzata nel 1999-2000 fornendo alla concorrente Italia7 Gold programmi di qualità a un prezzo molto vantaggioso. E difatti l’avvocato del fallimento Hdc, Nadia Germanà, ha chiesto e ottenuto dal giudice Giovanna Verga di poter chiamare in giudizio Mediaset come responsabile civile.
Quanto ad Alfredo Messina, da imputato, continua a fare il senatore.

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