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mercoledì 18 aprile 2007

I comunisti Guerrieri

Italia: record dell’export di armi, affari da 2,1 miliardi


Export italiano di armi 1988-2005 (Elaborazione: Unimondo) E' la cifra record dell'ultimo ventennio*: una manna per l'industria armiera nazionale trainata da Finmeccanica e non pochi grattacapi per il Governo Prodi che nel suo programma si era impegnato ad un controllo più stringente sull'esportazione di armi. Superano infatti i 2,1 miliardi di euro le autorizzazioni all'esportazioni di armamenti nel 2006 con un'impennata del 61% rispetto all'anno precedente.
Nell’anno 2006 risultano effettuati movimenti doganali per un valore
complessivo pari a circa 1.181,82 (1.194,5) mln. di € riguardanti:
- n. 980 (897) esportazioni definitive, per un valore complessivo di
circa 970,38 (830,8 ) mln. di €;
- n. 208 (195) esportazioni temporanee, per un valore complessivo di
circa 211,44 (363,7 ) mln. di €. (pagina 29 del rapporto)
Questi sono i primi dati del "Rapporto" reso noto il 4 aprile 2007 dalla Presidenza del Consiglio che però non è ancora l'intera Relazione.

Banche armate Italiane

  1. San Paolo-Imi si conferma per il secondo anno consecutivo la “reginetta” delle “banche armate” tanto che nell'ultimo anno quasi triplica il volume d'affari nel settore passando dai 164 milioni del 2005 agli oltre 446 milioni di euro del 2006. Nonostante la policy della banca vieterebbe l'appoggio a transazioni verso Paesi extra Ue-Nato, l'istituto di credito torinese convoglia a sé quasi il 30% (29,9%) di tutte le operazioni di incassi e pagamenti relative all'export di armi.
  2. BNP-Paribas che con 290,5 milioni di euro è la prima banca estera operante in Italia attiva nel settore.
  3. Unicredit, che dopo aver dichiarato nel 2001 di voler cessare questo tipo di operazioni da due anni ricompare con quote rilevanti nella lista (86,7 milioni di euro nel 2006).
  4. BNL (Banca nazionale del lavoro) che addirittura accresce del 33% il proprio volume d'affari rispetto al 2006 portandolo ad oltre 80,3 milioni di euro.
  5. Banco di Brescia che riceve incassi per oltre 70 milioni di euro.
  6. Banca popolare italiana passa da 14 a 60 milioni e guida il gruppo di tutte le banche al di sotto dei 60 milioni di euro.
  7. Banca Intesa che con i 163mila euro del 2005 sembrava onorare la policy di "non partecipazione" al settore: nel 2006 realizza invece incassi per 46 milioni e l'Istituto capitanato da Bazoli dovrà ora affrontare la sfida della fusione con SanPaolo-Imi, prima "banca armata" d'Italia.
  8. Banca popolare di Milano (17 milioni di euro -50% dallo scorso anno), al centro di una grossa discussione insieme a Banca Etica di cui è socia fondatrice e per la quale opera anche all’interno di Etica Sgr e della gestione fondi.

Infine, una nota lieta, forse l'unica del Rapporto 2006: la drastica discesa da 133 a 36 milioni di euro delle autorizzazioni riferite a Banca di Roma: un segno - vogliamo augurarcelo- che la partecipazione ai convegni organizzati dalla Campagna ‘banche armate’ ha un effetto positivo sui vertici delle banche.

Pensierarte consiglia:

Se avete dei risparmi in una delle banche qui sopra citate, sappiate che i vostri soldi vengono usati per comprare armi e alimentare le guerre nel mondo.

Video "il boom dell'industria bellica in italia"

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