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venerdì 16 novembre 2007

L'uomo che sussurrava al cavaliere...

Silvio Berlusconi 1978

12 Novembre 2007 da Marco Travaglio- Pochi giorni fa Silvio Berlusconi ha dato fondo alla sua sfrenata fantasia a proposito del presunto "stalliere" e vero mafioso Vittorio Mangano. (clicca qui per vedere il video) ha potuto fare a meno di parlarne, perchè sta per arrivare la sentenza d'appello nel processo per mafia a carico di Marcello Dell'Utri, che infatti gli stava accanto con un'espressione facciale decisamente persuasiva.

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Per chi volesse conoscere, in sintesi, la vera storia di Vittorio Mangano, Marcello Dell'utri,
Silvio Berlusconi.


Vittorio Mangano : Curava i "cavalli"(con funzioni di amministratore) nella villa di Arcore di Silvio Berlusconi, nella quale visse tra il 1973 e il 1975. Era stato proposto per quell'incarico da Marcello Dell'Utri.[1] Mangano è' stato un affiliato di Cosa Nostra. Fu indicato al maxi-processo di Palermo, sia da Tommaso Buscetta che da Totò Contorno, come uomo d'onore appartenente a Cosa Nostra, della famiglia di Pippo Calò. Il 19 luglio 2000 Mangano fu condannato all'ergastolo per il duplice omicidio di Giuseppe Pecoraro e Giovambattista Romano. Pochi giorni dopo morì e sulla lapide della sua tomba a Palermo è riportata la frase «rifiutò di barattare la sua dignità con la libertà».[6]( Wikipedia)

Marcello Dell'utri : Condannato definitivamente a 2 anni per frode fiscale e falsa fatturazione a Torino ( false fatture Publitatalia) ; L'11 Dicembre 2004, dopo sette anni di processo, il Tribunale di Palermo lo condanna a 9 anni di reclusione per concorso esterno in associacione mafiosa insieme all'amico Gaetano Cinà (6 anni per associazione mafiosa).

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Due bombe a casa Berlusconi

Il 26 Maggio 1975 esplode una bomba nella villa berlusconiana, nonchè sede di rappresentanza della fininvest, in via Rovati 2, nel centro di Milano, provocando gravi danni: sfondati i muri perimetrali, crollato il pianerottolo del primo piano.

La denuncia la prese un prestanome del cavaliere, Walter Donati. Nessuno, sul momento, collega la villa al vero proprietario della fininvest: Silvio Berlusconi, che pure in quel periodo - scrivono i giudici - aveva ricevuto "una richiesta estorsiva accompagnata dalla minaccia di sequestro del figlio, collegata all'attentato", ma non l'aveva denunciata. Così le indagini non approdano a nulla, almeno fino al 28 novembre 1986.

Quando gl'inquirenti milanesi intercettano per caso (nell'ambito di un processo per bancarotta a carico di Dell'utri) una telefonata fra Berlusconi e Confalonieri da un capo del telefono e Dell'utri dall'altro: quella sera il palazzotto di via Rovani ha subito un altro attentato. I tre interlocutori, parlandone a caldo, rievocano la bomba del 1975, attibuendo anche quella a Vittorio Mangano.
(Marco Travaglio "onorevoli wanted")

il testo della telefonata.

  1. Il nome di Mangano viene citato dal Procuratore della Repubblica Paolo Borsellino nella sua ultima intervista, rilasciata il 19 maggio 1992 (ai giornalisti Jean Pierre Moscardo e Fabrizio Calvi), riguardante i rapporti tra mafia, affari e politica, due mesi prima di essere ucciso nell'agguato di Via d'Amelio.

  1. Qui sopra il Video dove il giudice Paolo Borsellino parla dei rapporti tra Berlusconi, Marcello Dell'utri e alcuni uomini della mafia tra cui Vittorio Mangano.

testo del video di Borsellino
Giornalista: Non le sembra strano che certi personaggi, grossi industriali come Berlusconi, Dell’Utri, siano collegati a uomini d'onore tipo Vittorio Mangano?
Borsellino: All'inizio degli anni Settanta, Cosa Nostra cominciò a diventare un'impresa anch'essa, un'impresa nel senso che attraverso l'inserimento sempre più notevole, che a un certo punto diventò addirittura monopolistico, nel traffico di sostanze stupefacenti, Cosa Nostra cominciò a gestire una massa enorme di capitali, dei quali naturalmente cercò lo sbocco, perché questi capitali in parte venivano esportati o depositati all'estero e allora così si spiega la vicinanza tra elementi di Cosa Nostra e certi finanzieri che si occupavano di questi movimenti di capitali.
Giornalista: Lei mi dice che è normale che Cosa Nostra si interessi a Berlusconi?
Borsellino: è normale che chi è titolare di grosse quantità di denaro cerchi gli strumenti per poter impiegare questo denaro, sia dal punto di vista del riciclaggio, sia dal punto di vista di far fruttare questo denaro.
Giornalista: Mangano era un pesce pilota?
Borsellino: Sì, guardi le posso dire che era uno di quei personaggi che ecco erano i ponti, le teste di ponte dell'organizzazione mafiosa nel nord Italia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bravi! più blog che parlano di queste cose ci vorrebbero!
ho letto il vostro commento-denuncia sul nostro piccolo blog... è uno skifo... fossi in voi se avessi tutti i video persi mi rifarei l'account su youtube e riupperei tutto, a partire dai vieo + "urgenti"... ho fatto bene a scaricarmi quello sulle minacce di morte a De Magistris... la RAI è una montagna di merda, come direbbe Peppino Impastato...

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