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domenica 18 febbraio 2007

Omar Galliani


Omar Galliani è nato nel 1954 a Montecchio Emilia. E' esponente di spicco del gruppo degli anacronisti, sostenuto da Maurizio Calvesi, e del movimento Magico primario del critico Flavio Caroli; gli anacronisti si richiamano a una cultura umanistica tipicamente italiana, riformulano e contaminano iconografie e soggetti classici. Molto spesso la ricerca li porta ad ammantare d'antico miti tipici della contemporaneità.
Dal punto di vista stilistico e tecnico formale, le sue opere, supportate da una perizia tecnica non comune, costituiscono realizzazioni artistiche di grande teatralità e suggestione, dense di un'aura di sacralità e magia che ne esalta al massimo l'armonia e la forza di seduzione.
Per capire meglio le sue opere è bene leggere alcuni stralci tratti dal "Cuscino dei disegni" che raccoglie pensieri e frasi di Omar Galliani:

Parlo del disegno come di un «corpo» a sé, distante dal mio, in quanto al di là del corpo che lo guida; esso si annida negli anfratti della memoria e del disperato tentativo di riappropriazione per infrangere le regole a cui la storia lo aveva destinato. Ma il disegno guarda e ripete se stesso, si rilegge e ri-trascrive, liberandosi dalla pelle della pittura che lo celava, restituendo così al nostro tatto, la vera freddezza del marmo, la trasparenza della seta, la ferita del cristallo sul seno di una vergine. E’ importante che il braccio resista ai violenti attacchi del disegno, se vogliamo ancora una volta leggere la trama del foglio e ciò che lo regola, dall’esterno all’interno. Quante pulsioni cardiache occorreranno prima che la polvere di grafite raggiunga il margine del foglio?
Al fondo di tutto questo sopravvive ancora una volta il desiderio del corpo nei confronti dell’altro, ed è in questa continua attrazione/repulsione che matura la frenesia del possesso della copula estetica. E’ lo sguardo malinconico tagliente che si annida tra il vetro e la cornice che ci richiama al desiderio, che rimuove le ghiandole salivali del possedere. Forse è infrangendo quel cristallo e impadronendoci di quello sguardo e soltanto se ci saremo punti il pollice e l'indice riusciremo a capire il vero senso di questo linguaggio (il disegno) che ci assilla e sospende il respiro ogni qual volta lo si interroghi...

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